2 Uso della negazione negli enunciati

L’insegnante ha consegnato la scheda e ha chiesto di leggere la breve filastrocca, l’ha poi letta a sua volta e ha rivolto domande per verificarne la comprensione.

è importante far comprendere che, nella casa della logica, la fatina NON farà solo quello che lei stessa racconta: cambierà i valori di verità alle frasi.

Per capire meglio abbiamo colorato insieme disegni e simboli che formano gli enunciati proposti nella scheda:

  1. i bambini hanno colorato liberamente disegno e simboli del primo enunciato (quasi tutti hanno colorato la mela di rosso);
  2. prima di procedere con il secondo, l’insegnante ha spiegato che l’enunciato era lo stesso e che quindi era necessario colorare nello stesso modo: nessun bambino ha avuto difficoltà nel riconoscere e leggere il segno lasciato dalla fatina NON (tutti hanno letto "la mela è non rossa") e nel riconoscere che l’enunciato era falso;
  3. nel terzo enunciato abbiamo colorato prima il predicato e, dopo aver controllato il valore di verità, alcuni hanno colorato la mela di giallo, altri di verde. Si può anche cambiare il predicato (es. la mela è verde): scopo dell’esercizio è quello di far comprendere che il NON rende vera una frase falsa;
  4. prima di colorare l’ultimo, l’insegnante ha raccomandato di non cambiare l’enunciato rispetto a quello precedente: alcuni alunni hanno faticato a comprendere che il NON rende vera una frase falsa.

Nella conversazione successiva è apparso chiaro che, se per molti bambini è relativamente semplice comprendere che la negazione di un enunciato vero è un enunciato falso, è piuttosto difficile (non naturale) capire che la negazione di un enunciato falso è un enunciato vero. Ci siamo accorte che, inizialmente, i bambini non accettano spontaneamente l’idea che un enunciato che contiene una negazione possa essere vero e che, per cambiare il valore di verità, sia necessario usare la negazione e non variare il predicato (per cambiare il valore di verità dell’enunciato "il figurotto è giallo" i bambini tendono a dire "il figurotto è blu", oppure "il figurotto è rosso" invece di "il figurotto è non giallo").

L’insegnante propone allora di costruire enunciati utilizzando i cartellini mobili del materiale strutturato (ha già predisposto quelli che contengono la negazione), è abbastanza semplice per i bambini accorgersi che, per cambiare il valore di verità, basta negare il predicato.

 

Dopo aver scritto alcuni enunciati e aver cambiato loro il valore di verità, abbiamo provato a leggerli e, dopo molte discussioni su quale fosse il miglior modo per esprimere senza ambiguità (è una delle regole principali da rispettare nella casa della logica) la negazione, ci siamo accordati per due forme diverse:

a. anteporre all’enunciato "non è vero che" (es. Non è vero che il figurotto è cerchio);

b. negare la caratteristica (es. Il figurotto è non cerchio).

È preferibile utilizzare la prima forma che permette di negare qualsiasi enunciato senza creare dubbi, ci sono, infatti, enunciati in cui è necessario negare il verbo ad esempio "il figurotto ha tre buchi": è molto semplice dire "Non è vero che il figurotto ha tre buchi"

In questa fase è necessario proporre molti esercizi con il materiale strutturato affinché, dopo aver compreso la regola, i bambini si creino un meccanismo che permetta loro di applicarla in modo automatico.

Nei giorni successivi abbiamo dedicato brevi ma frequenti momenti (10, 20 minuti) all’attività di negazione di enunciati, sia veri che falsi, riferiti a materiali strutturati.

Le attività hanno sempre avuto la forma di gioco da quello semplicissimo in cui un bambino scriveva un enunciato utilizzando i cartellini mobili e i compagni dovevano trasformarlo (proprio come la fatina) da vero in falso e da falso in vero ( chi alzava per primo la mano, aveva diritto di andare alla lavagna a scriverlo) a quelli più complessi in cui un bambino descriveva un figurotto utilizzando frasi contenenti una negazione e i compagni avrebbero dovuto riconoscerlo (vedi fase 3 e 4 degli enunciati logici)

Il percorso sulla negazione è proseguito con le attività:

1. descrizione scritta di un elemento

2. costruzione di serie di elementi con una, due, tre differenze.