TRATTO DA “INSEGNARE E APPRENDERE IN GRUPPO Il Cooperative
Learning”
Di M. COMOGLIO - M.A. CARDOSO
Ed. LAS - Roma
CHE COS'È IL COOPERATIVE LEARNING?
Idea principale: Il Cooperative Learning è un metodo di
insegnamento/apprendimento in culla variabile significativa è la cooperazione tra gli
studenti. Non si può dire che sia recentissimo perché se ne trovano tracce in un
passato anche molto lontano. Le sue origini più recenti risalgono ad alcune
sperimentazioni iniziate da A. Belì e da J. Lancaster a cavallo del XVIII e XIX secolo.
Tuttavia il metodo si è sviluppato solo successivamente grazie a un vasto movimento di
riflessione teorica e sperimentale promosso e condotto in molti centri sparsi in varie
nazioni.
Le caratteristiche specifiche del Cooperative Learning possono,
in genere, essere identificate nell'interdipendenza positiva, nell'interazione faccia a
faccia, nell'insegnamento diretto e nell'uso delle abilità interpersonali, nell'agire
in piccoli gruppi eterogenei, nella revisione del lavoro svolto e nella valutazione
individuale e di gruppo. Queste caratteristiche possono anche servire per distinguere il Cooperative
Leaming dal tradizionale lavoro di gruppo diffuso nella pratica scolastica.
Sebbene gli studiosi siano d'accordo nel definire il Cooperative
Learning come: tecniche di classe nelle
quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono
valutazioni in base ai risultati conseguiti, alcuni
tendono a privilegiare certe dimensioni rispetto ad altre, dando origine a diversi
sviluppi e correnti di applicazione e di ricerca
Per D. W. Johnson e R. T. Johnson, gli elementi fondamentali del Learning Together sono:
l'interdipendenza positiva, l'interazione promozionale faccia a faccia e l'uso di
competenze interpersonali, la valutazione individuale e di gruppo, la revisione
dell'attività di gruppo.
Per Slavin, lo Student
Team learning ha i suoi punti fondamentali
nell'interazione del piccolo gruppo ma, soprattutto, nella responsabilità individuale e
nell'elargizione di incentivi e ricompense il cui conseguimento stimola il gruppo
all'impegno.
Secondo Kagan, lo Structural
Approach propone come principi chiave:
l'interazione simultanea, la partecipazione, l'interdipendenza positiva e la
responsabilità individuale nei risultati conseguiti.
Il Group Investigation è un approccio particolarmente
seguito e sviluppato in Israele. Esso sottolinea come elementi efficaci
dell'apprendimento: ricerca, interazione, interpretazione e motivazione intrinseca.
Il Complex Jnstruction parte dalla constatazione che la formazione del piccolo gruppo
favorisce i migliori e indica le strategie da seguire affinché sia data a tutti i membri
di un gruppo la stessa opportunità di esprimersi e di apprendere. Gli elementi essenziali
che suggerisce sono: correggere i pregiudizi sulle abilità, educare gli studenti all'
interazione e alle specifiche competenze secondo il compito richiesto, organizzare compiti
complessi, attribuire a ciascuno studente un ruolo da svolgere, valutare il lavoro di
gruppo per poterlo migliorare.
Il Collaborative Approach raccoglie un vasto movimento che unisce al tema della
mediazione del gruppo interessi e prospettive diversi: apprendimento, prospettive
curricolari, temi specifici (politici, sociali, psicologici). Gli elementi importanti per
la scuola sono: organizzazione dei gruppi non basati sull'amicizia, insegnamento
esplicito delle competenze sociali, gestione positiva del conflitto. In Australia questo
orientamento ha coniugato l'attività di gruppo con un modello di apprendimento
articolato in cinque fasi: coinvolgimento, esplorazione, trasformazione, presentazione,
riflessione.
Una
definizione essenziale del Cooperative
Learning
Si può
definire il Cooperative Leaming come un insieme di tecniche di conduzione
della classe nelle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di
apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti.
Questa definizione necessita di un'ulteriore
precisazione. Non si può infatti parlare di Cooperative Learning ogni qualvolta in
classe si formano dei gruppi per discutere un tema o studiare una lezione, si esortano gli
studenti ad aiutarsi reciprocamente o si assegna un lavoro scritto da consegnare dopo
un'attività di gruppo. Perché si parli di Cooperative Learning è necessaria,
in genere, la presenza di alcune caratteristiche specifiche e fondamentali: l'interdipendenza
positiva, l'interazione faccia a faccia, l'insegnamento e l'uso di competenze
sociali nell'agire in piccoli gruppi eterogenei, la revisione e il controllo
costante dell 'attività svolta e la valutazione individuale e di gruppo (D. W.
Johnson, R. T. Johnson, Holubec, & Roy, 1984; D. W. Johnson, R. T. Johnson, &
Holubec, 1994a,b,c).
Si possono evidenziare meglio le caratteristiche dei
gruppi nei quali si realizza una buona cooperazione tra i membri confrontandole con quelle
dei gruppi nei quali non è presente la ricerca di una buona efficienza operativa:
a) Nei
gruppi cooperativi si stabilisce un' interdipendenza positiva tra i membri in
quanto ognuno si preoccupa e si sente responsabile non solo del proprio lavoro, ma anche
di quello di tutti gli altri. Di conseguenza, ci si aiuta e ci si incoraggia a
vicenda affinché tutti svolgano in modo efficace quello che è loro affidato. Nei gruppi
tradizionali e spontanei, invece, ognuno in genere si preoccupa unicamente di quello che
egli deve fare e non si prende cura né sente la responsabilità degli altri membri.
b) I
gruppi cooperativi sono di solito formati secondo criteri di eterogeneità in relazione
sia alle caratteristiche personali che alle abilità dei suoi membri. A' contrario, i
gruppi tradizionali e spontanei sono o omogenei (formati sulla base di qualche criterio
sociale e/o psicologico: livelli di prestazione simili, elevata attrazione affettiva,
comune provenienza culturale e altri) o casuali (indipendentemente da qualsiasi
criterio, in quanto si suppone che al loro interno la casualità di per sé produca una
distribuzione equilibrata dei membri).
c) Nei
gruppi cooperativi la responsabilità della leadership è condivisa da tutti i membri, che
spesso assumono ruoli di gestione diversi (leadership distribuita). Nei gruppi
tradizionali o spontanei, invece, ordinariamente si nomina o si fa riferimento a un
leader responsabile che ha il ruolo di guidare e organizzare il lavoro.
d) Nei
gruppi cooperativi si mira non solo a conseguire un obiettivo, ma anche a promuovere un
ambiente di inter-relazione positiva tra i membri durante l'esecuzione del compito. Nei
gruppi tradizionali o spontanei, al contrario, si ha una particolare attenzione più per i
risultati, che per un buon clima di interazione.
e) Nei
gruppi cooperativi le competenze relazionali richieste per eseguire un compito in modo
collaborativo (ad esempio, la fiducia reciproca, le abilità di comunicazione, di
gestione dei conflitti, di soluzione di problemi, di prendere decisioni, ecc.) sono
esplicitamente ricercate. Nei gruppi tradizionali e spontanei si dà per scontato che i
membri del gruppo possiedano questo tipo di competenze (presupposizione che spesso non
corrisponde alla realtà).
f) Nei
gruppi cooperativi si interviene con un feed-back adeguato sul modo di relazionarsi dei
membri. Nei gruppi tradizionali e spontanei è molto raro che ci si
preoccupi di questo aspetto, poiché, normalmente, si
effettuano solo interventi di recupero: si interviene, ad esempio, per sedare una tensione
diventata troppo forte o per ridefinire la composizione dei gruppi nei quali non si è
raggiunto un livello minimo di collaborazione.
g) Nei
gruppi cooperativi, oltre ad una valutazione di gruppo, è prevista una valutazione
individuale per ciascun membro. In questo modo ognuno è personalmente responsabile del
proprio lavoro. Nei gruppi tradizionali o spontanei si dà solo una valutazione globale.
In questi casi esiste la possibilità che qualcuno non partecipi adeguatamente ritenendo
di poter trarre vantaggio dall'impegno degli altri.