TRATTO DA “INSEGNARE E APPRENDERE IN GRUPPO Il Cooperative Learning”

Di M. COMOGLIO  -  M.A. CARDOSO  Ed. LAS - Roma

 Ottobre 1996

 

CHE COS'È IL COOPERATIVE LEARNING?

 

Idea principale: Il Cooperative Learning è un metodo di insegnamento/apprendimento in culla variabile significativa è la cooperazione tra gli studenti. Non si può dire che sia recentissimo perché se ne trovano tracce in un passato anche molto lontano. Le sue origini più recenti risalgono ad alcune sperimentazioni iniziate da A. Belì e da J. Lancaster a cavallo del XVIII e XIX secolo. Tuttavia il metodo si è sviluppato solo successivamente grazie a un vasto movimento di riflessione teorica e sperimentale promosso e condotto in molti centri sparsi in varie nazioni.

Le caratteristiche specifiche del Cooperative Learning possono, in genere, essere identificate nell'interdipendenza positiva, nell'interazione faccia a faccia, nell'insegnamento diretto e nell'uso delle abilità interpersonali, nell'agire in piccoli gruppi eterogenei, nella revisione del lavoro svolto e nella valutazione individuale e di gruppo. Queste caratteristiche possono anche servire per distinguere il Cooperative Leaming dal tradizionale lavoro di gruppo diffuso nella pratica scolastica.

Sebbene gli studiosi siano d'accordo nel definire il Cooperative Learning come: tecniche di classe nelle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti, alcuni tendono a privilegiare certe dimensioni rispetto ad altre, dando origine a diversi sviluppi e correnti di applicazione e di ricerca

Per D. W. Johnson e R. T. Johnson, gli elementi fondamentali del Learning Together sono: l'interdipendenza positiva, l'interazione promozionale faccia a faccia e l'uso di competenze interpersonali, la valutazione individuale e di gruppo, la revisione dell'attività di gruppo.

Per Slavin, lo Student Team learning ha i suoi punti fondamentali nell'interazione del piccolo gruppo ma, soprattutto, nella responsabilità individuale e nell'elargizione di incentivi e ricompense il cui conseguimento stimola il gruppo all'impegno.

Secondo Kagan, lo Structural Approach propone come principi chiave: l'interazione simultanea, la partecipazione, l'interdipendenza positiva e la responsabilità individuale nei risultati conseguiti.

Il Group Investigation è un approccio particolarmente seguito e sviluppato in Israele. Esso sottolinea come elementi efficaci dell'apprendimento: ricerca, interazione, interpretazione e motivazione intrinseca.

Il Complex Jnstruction parte dalla constatazione che la formazione del piccolo gruppo favorisce i migliori e indica le strategie da seguire affinché sia data a tutti i membri di un gruppo la stessa opportunità di esprimersi e di apprendere. Gli elementi essenziali che suggerisce sono: correggere i pregiudizi sulle abilità, educare gli studenti all' interazione e alle specifiche competenze secondo il compito richiesto, organizzare compiti complessi, attribuire a ciascuno studente un ruolo da svolgere, valutare il lavoro di gruppo per poterlo migliorare.

Il Collaborative Approach raccoglie un vasto movimento che unisce al tema della mediazione del gruppo interessi e prospettive diversi: apprendimento, prospettive curricolari, temi specifici (politici, sociali, psicologici). Gli elementi importanti per la scuola sono: organizzazione dei gruppi non basati sull'amicizia, insegnamento esplicito delle competenze sociali, gestione positiva del conflitto. In Australia questo orientamento ha coniugato l'attività di gruppo con un modello di apprendimento articolato in cinque fasi: coinvolgimento, esplorazione, trasformazione, presentazione, riflessione.

 

Una definizione essenziale del Cooperative Learning

 

Si può definire il Cooperative Leaming come un insieme di tecniche di conduzione della classe nelle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti.

Questa definizione necessita di un'ulteriore precisazione. Non si può infatti parlare di Cooperative Learning ogni qualvolta in classe si formano dei gruppi per discutere un tema o studiare una lezione, si esortano gli studenti ad aiutarsi reciprocamente o si assegna un lavoro scritto da consegnare dopo un'attività di gruppo. Perché si parli di Cooperative Learning è necessaria, in genere, la presenza di alcune caratteristiche specifiche e fondamentali: l'interdipendenza positiva, l'interazione faccia a faccia, l'insegnamento e l'uso di competenze sociali nell'agire in piccoli gruppi eterogenei, la revisione e il controllo costante dell 'attività svolta e la valutazione individuale e di gruppo (D. W. Johnson, R. T. Johnson, Holubec, & Roy, 1984; D. W. Johnson, R. T. Johnson, & Holubec, 1994a,b,c).

Si possono evidenziare meglio le caratteristiche dei gruppi nei quali si realizza una buona cooperazione tra i membri confrontandole con quelle dei gruppi nei quali non è presente la ricerca di una buona efficienza operativa:

 

a)   Nei gruppi cooperativi si stabilisce un' interdipendenza positiva tra i membri in quanto ognuno si preoccupa e si sente responsabile non solo del proprio lavoro, ma anche di quello di tutti gli altri. Di conseguenza, ci si aiuta e ci si incoraggia a vicenda affinché tutti svolgano in modo efficace quello che è loro affidato. Nei gruppi tradizionali e spontanei, invece, ognuno in genere si preoccupa unicamente di quello che egli deve fare e non si prende cura né sente la responsabilità degli altri membri.

b)   I gruppi cooperativi sono di solito formati secondo criteri di eterogeneità in relazione sia alle caratteristiche personali che alle abilità dei suoi membri. A' contrario, i gruppi tradizionali e spontanei sono o omogenei (formati sulla base di qualche criterio sociale e/o psicologico: livelli di prestazione simili, elevata attrazione affettiva, comune provenienza culturale e altri) o casuali (indipendentemente da qualsiasi criterio, in quanto si suppone che al loro interno la casualità di per sé produca una distribuzione equilibrata dei membri).

c)   Nei gruppi cooperativi la responsabilità della leadership è condivisa da tutti i membri, che spesso assumono ruoli di gestione diversi (leadership distribuita). Nei gruppi tradizionali o spontanei, invece, ordinariamente si nomina o si fa riferimento a un leader responsabile che ha il ruolo di guidare e organizzare il lavoro.

d)   Nei gruppi cooperativi si mira non solo a conseguire un obiettivo, ma anche a promuovere un ambiente di inter-relazione positiva tra i membri durante l'esecuzione del compito. Nei gruppi tradizionali o spontanei, al contrario, si ha una particolare attenzione più per i risultati, che per un buon clima di interazione.

e)   Nei gruppi cooperativi le competenze relazionali richieste per eseguire un compito in modo collaborativo (ad esempio, la fiducia reciproca, le abilità di comunicazione, di gestione dei conflitti, di soluzione di problemi, di prendere decisioni, ecc.) sono esplicitamente ricercate. Nei gruppi tradizionali e spontanei si dà per scontato che i membri del gruppo possiedano questo tipo di competenze (presupposizione che spesso non corrisponde alla realtà).

f)    Nei gruppi cooperativi si interviene con un feed-back adeguato sul modo di relazionarsi dei membri. Nei gruppi tradizionali e spontanei è molto raro che ci si

preoccupi di questo aspetto, poiché, normalmente, si effettuano solo interventi di recupero: si interviene, ad esempio, per sedare una tensione diventata troppo forte o per ridefinire la composizione dei gruppi nei quali non si è raggiunto un livello minimo di collaborazione.

g)   Nei gruppi cooperativi, oltre ad una valutazione di gruppo, è prevista una valutazione individuale per ciascun membro. In questo modo ognuno è personalmente responsabile del proprio lavoro. Nei gruppi tradizionali o spontanei si dà solo una valutazione globale. In questi casi esiste la possibilità che qualcuno non partecipi adeguatamente ritenendo di poter trarre vantaggio dall'impegno degli altri.