INTERESSANTE AGGANCIO CON ITALO CALVINO. Nel
libro Le
Città
Invisibili
di Italo
Calvino,
le città esistono in funzione del progetto umano che le edifica. (
da
Una pietra sopra: Cibernetica e fantasmi) L'abate Faria e Dantes sono prigionieri di un capitolo del Conte di Montecristo e studiano un piano per evadere dalla fortezza. Mentre
Faria a forza di tentativi tende a realizzare la fuga perfetta, Dantès,
sulla base degli errori di Faria, cerca di disegnare una mappa, tende
a immaginare la prigione perfetta, quella dalla quale non si può fuggire.
Dantes
costruisce la sua teoria e la controlla sperimentalmente, tentando di trovare la
differenza tra la sua teoria e la realtà. Se non la trova, vuol dire che non è
riuscito a trovare la differenza tra la prigione immaginata e la prigione reale.
La teoria ha superato ancora una prova, non è stata verificata, ma solo
corroborata. Questo
non vuol dire che la sua prigione coincida con quella reale, ma solo che
Dantes non è riuscito a trovare differenze, se invece le trova è certo
che la sua prigione teorica è diversa da quella reale, viene falsificata
almeno per un aspetto. Faria
cerca invece per tentativi la via di uscita, cerca di capire come è fatta
la prigione con metodi puramente induttivi, attraverso degli esperimenti,
i tentativi di fuga. Faria potrebbe essere anche più fortunato di Dantes e trovare, per pura fortuna, la via d’uscita, potrà anche indurre alcune rappresentazioni mentali della prigione, in base alle sue esperienze di tentativi di fuga. Dantes invece a tavolino permuta le varianti della fuga nel tentativo di rappresentare la fortezza perfetta. |