SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE  

 Calvino all’interno dell’ottavo capitolo del suo libro “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, parla di “una macchina che può leggere un romanzo in pochi minuti e registrare la lista di tutti i vocaboli contenuti, in ordine di frequenza.”.

A un certo punto del capitolo il protagonista, che parla in prima persona, incontra una sua lettrice, la quale lo porta a conoscenza dell’esistenza di questo elaboratore elettronico e del fatto che lo utilizza per conoscere in breve tempo il contenuto di un testo.

In questo modo Lotaria, la ragazza in questione, riesce a leggere un libro senza realmente leggerlo e a farsi un’idea dei problemi che il libro propone alla sua analisi critica.

Lotaria presenta degli esempi allo scrittore, uno di questi è il seguente:

“ - Parole che compaiono diciannove volte: comandante, han, ragno, sangue, sentinella, spari, vita…
   - Parole che compaiono diciotto volte: basta, berretto, mangiare, morto, patate, ragazzi, vado… […]
   -Parole che ricorrono una sola volta: sottana, sotterranei, sotterrato, sottoproletari, sottoscala, sottoterra…”.

Inizialmente si capisce che si tratta di un romanzo di guerra, d’azione, con una certa carica di violenza. La narrazione sembra essere tutta in superficie, ma, osservando le parole che compaiono una sola volta, si può capire come dietro a tutto ciò si celi un significato più profondo, più nascosto.

Si può così capire che i giochi combinatori del narratore, puramente meccanicistici, siano strettamente legati alla sfera psicologica e portino lo scrittore a narrare il non dicibile, il rimosso in senso freudiano, attraverso significati nascosti.