COMPLEMENTI
secondo modulo
Lezione 1
Premessa
Nellaffrontare lo studio di metodologie informatiche noi useremo vari elaboratori digitali quali calcolatrici tascabili, PC, ...
Per seguire meglio il percorso dei dati faremo spesso uso di termini quali tastiera, memoria, bus dei dati, interfaccia, ecc.
Spesso questi termini collocano lelettronica in un mondo quasi magico dove solo gli esperti possono orientarsi e provocano un senso di disagio in chi esperto non è.
Nel tentativo di attenuare questa sensazion, si cercherà di fare qui di seguito qualche cenno alla tecnologia elettronica per poter arrivare ad una pur vaga conoscenza della struttura di un computer e smitizzare le sue presunte magie.
Ci si potrà così fare unidea più precisa su quello che si può e quello che non si può ottenere da una qualsiasi delle macchine di elaborazione a nostra disposizione.
Sistemi elettrici
Cosa fa in effetti una macchina elettronica?
Per saperlo cominciamo con losservare che ogni macchina elettronica fa parte della ben più vasta famiglia dei sistemi elettrici.
Dal frullatore al sistema antifurto della nostra auto, possiamo constatare che ogni sistema elettrico manipola dati, o svolge un lavoro, o fa entrambe le cose sempre sfruttando i suoi tre fondamentali elementi di organizzazione:
SENSO
|
DECISIONE
|
AZIONE |
secondo il seguente
schema
dove
le frecce indicano il flusso dei dati.
I dati che vengono introdotti nel sistema dallesterno spesso non sono di tipo elettrico (es. la posizione delle lancette per la sveglia, la temperatura ambiente in un sistema di riscaldamento )
Essi vengono in qualche modo interpretate ed incanalate attraverso il sistema stesso che, in base al proprio schema decisionale, le converte in azione.
Questa azione può essere di vario tipo come:
lapertura della valvola del bruciatore nel sistema di riscaldamento
il suono della sveglia allora desiderata
la comparsa dei numeri sul display di una calcolatrice tascabile, ecc.
Vediamo più da vicino uno di questi sistemi: limpianto stereo.
In ingresso vi sono vari tipi di dati: quelli derivanti dal comando manuale del volume, del tono, ecc., quelli contenuti in un nastro magnetico o nelle tracce di un CD, quelli provenienti dallesterno attraverso lantenna.
I corrispettivi dispositivi di ingresso (potenziometri, testine magnetiche, rilevatori ottici, ) trasformano tali dati in segnali elettrici. È la fase del sentire.
In base ai segnali ottenuti un dispositivo amplificatore regola il segnale destinato allaltoparlante.
È la fase del decidere.
Alla fine, il segnale elettrico amplificato viene trasformato nella vibrazione meccanica di una membrana che produce il suono. È la fase dellagire.
Questo
sistema elettrico ha:
rilevato dati,
Il rilevamento e la risposta sono stati effettuati attraverso dispositivi che, per questa loro proprietà di mettere in comunicazione il sistema elettrico o con in mondo esterno, o con un altro sistema elettrico, si dicono interfacce.
È importante notare che lelaborazione dei segnali elettrici provenienti dalle interfacce (e quindi la decisione) dipende dal circuito elettrico (o logico) predisposto allinterno dellamplificatore.
Ora, visto che anche il computer rientra in questi sistemi elettrici e visto che a noi interesserà avere qualche idea sulla relativa parte decisionale, sarà utile, nel seguito, apprendere alcuni elementi sulle reti logiche e la loro applicazione.
Sistemi analogici, sistemi digitali
Restringiamo ora il nostro campo allosservazione di un sistema elettronico.
Gli ultimi anni hanno visto la nascita e lo sviluppo di una nuova generazione di dispositivi elettronici. Calcolatrici tascabili, giochi elettronici, computer sono entrati a far parte della nostra vita affiancando radio, televisione, stereo e registratore.
In ognuno di questi dispositivi i dati da elaborare, controllare o trasmettere sono fisicamente rappresentati da segnali di tensione o corrente.
Un rapido confronto per esempio fra una radio ed una calcolatrice permette di rilevare notevoli differenze fra i segnali da esse utilizzati: le due forme in cui questi si presentano si possono distinguere in analogica e digitale.
In un sistema analogico il segnale da elaborare rappresenta istante per istante il dato in ingresso: esso può assumere qualsiasi valore nel suo campo di variazione e poco si presta ad essere memorizzato a lungo nel tempo. La precisione con cui il segnale può essere elaborato in modo analogico è comunque limitata. Un esempio interessante di elaboratore analogico è la decodifica del segnale in modulazione di frequenza allinterno del sintonizzatore della radio, nella quale anche il comando di selezione effettuato mediante la manopola è di tipo analogico.
I sistemi digitali elaborano invece segnali che possono avere solo due valori logici: 1 o 0 ; vero o falso. Tali segnali sono facilmente realizzati con due livelli di tensione (basso per lo 0, alto per l1) e i circuiti occorrenti risultano semplici, affidabili e pressoché immuni dal rumore. La memorizzazione di tali segnali non costituisce un problema di difficile soluzione.
Proprio questa possibilità di memorizzare dati in modo rapido e conveniente ha determinato il successo dellelettronica digitale.
Se
guardiamo la nostra calcolatrice potremo ritrovare i vecchi concetti del sentire,
decidere, agire:
ma questa volta sia in ingresso
sia in uscita potremo avere, oltre ai dati provenienti dal mondo esterno o destinati
ad esso, dati ed istruzioni memorizzate all'interno.
Questi sistemi quindi sentono, (rilevano, o accettano) i dati di vario formato che provengono dal mondo esterno e li convertono in una forma che può essere elaborata entro il sistema.
Poi prendono decisioni basandosi su questi dati di ingresso, ossia li elaborano.
Nel fare ciò possono memorizzare o ricordare per un certo tempo o stabilmente alcuni dati o elaborarli assieme ad altri memorizzati al proprio interno.
Per
finire, prendono i dati risultanti da tali elaborazioni ed agiscono sul
mondo esterno, convertendoli nuovamente in una forma fruibile allesterno,
oppure esercitando un controllo su operazioni o macchine.
Avremo
quindi un nuovo schema per questi sistemi digitali
Esempio:
La tastiera ed il codificatore della nostra calcolatrice sentono il dato e lo convertono in una adatta forma interna.
Vari sottoinsiemi, interni decidono e memorizzano.
La decodifica dei segmenti e il sistema di display, infine, convertono il dato risultante dalle elaborazioni eseguite nellazione richiesta e cioè di visualizzare la cifre e i segni del risultato sul display.
Noi cercheremo ora di seguire il flusso di questi dati dallentrata da tastiera alluscita sul display. Sarà poi più facile, attraverso semplici analogie, immaginare gli analoghi percorsi allinterno di un computer.
Per il laboratorio sono state realizzati cinque contenitori. Allinterno dei primi tre sono state alloggiate rispettivamente tre porte logiche AND, tre OR, quattro NOT. Gli altri due contenitori sono stati utilizzati per il collegamento alla rete elettrica e per lalloggiamento di quattro Led.
Le
descrizioni di tali oggetti sono allegate in appendice.
Esempio
del contenitore per la porta OR.
Nella
foto seguente, è riprodotto il collegamento che corrisponde alla rete
La
correttezza dei collegamenti viene visualizzata attraverso laccensione
di un Led.
Reti
logiche con tabella assegnata
Il metodo precedentemente descritto, che negli esercizi per casa viene applicato ad esempi alquanto semplici, diventa improponibile se aumenta il numero di variabili. quindi si preferisce progettare la rete partendo da una tabella che riassuma i risultati preventivati
A
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B
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C
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U
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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1
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0
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1
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1
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1
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1
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si può scrivere
in corrispondenza l'espressione:
che corrisponde
alla rete:
(in effetti esistono porte logiche a più ingressi ma si è preferito non aggiungere ulteriori complicazioni e usare esclusivamente porte binarie).
Semplificazione
delle reti logiche
Se lespressione e la corrispondente rete logica sono troppo complessi si può ricorrere al calcolo proposizionale per semplificarli.
Esempio:
data le seguente espressione
e la corrispondente rete logica
si
possono semplificare
e
la rete equivalente sarà
Analogamente la rete del paragrafo precedente la cui espressione era
Si può addirittura semplificare in:
Dal che si deduce che lunico input interessante è A e che B e C sono indifferenti.