L'Informazione entra in Macchina
CIRCUITI E RETI LOGICHE |
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Abbiamo finora esaminato codici binari e artefatti meccanici di tipo binario attraverso i quali trasmettere essenzialmente comandi.Con lavvento dellenergia elettrica si verifica un salto di qualità: non più ingranaggi ma impulsi elettrici.Ma come funziona una macchina elettrica? A volte sembra che ragioni: come mai? E come la si potrà costruire per poter immagazzinare ed elaborare dati? Vista letà ed i possibili prerequisiti degli studenti destinatari non si intende certo proporre un corso di elettrotecnica e/o di elettronica ma si ritiene utile presentare, anche se in maniera alquanto semplificata, alcune nozioni che possono fornire lidea di come e perché le macchine elettroniche funzionino in un certo modo e, quindi, quali siano le prestazioni che si può sperare di ottenere da esse.
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Trovare il collegamento tra logica e computer, di cui tutti parlano, per scoprire che non significa che il computer pensa e perciò ha un comportamento logico
Ricordare che dietro alla magia di ogni macchina elettronica cè un progetto umano con tutti i limiti che tale umanità comporta
Essere consapevoli che comunque le idee risolutive e linterpretazione dei risultati (anche se apparentemente scontate) risiedono esclusivamente nella mente umana ad un elevato livello di astrazione e sofisticazione.
Motivare in parte lo studio della logica e del calcolo proposizionale
Saper tradurre alcune asserzioni espresse nel linguaggio italiano nella corrispondente rete logica
Stimolare la creatività degli allievi nellanalizzare e/o progettare semplici macchine
Usare le proprietà delle operazioni logiche per semplificare una rete
Acquisire manualità e abilità pratiche
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Contenuti |
Sapere |
Saper fare |
Metodologie |
Collegamenti |
Prima lezione | Le macchine elettriche | Saper individuare le componenti di una macchina | Saper attuare una comunicazione verso una macchina | Conversazione clinica Lezione frontale | Primo
modulo Automi |
Seconda lezione | I
circuiti elettrici |
Prevedere il comportamento di un circuito elettrico | Progettare
e costruire un circuito elettrico |
Conversazione
clinicalaboratorio |
Logica Fisica |
Terza lezione | Le porte logiche | Riflettere
sul ruolo delle reti logiche in relazione allapparente intelligenza
delle macchine elettroniche |
Usare
una rete logica per ottenere determinati comportamenti da una macchina |
Lezione
frontale.
Laboratorio |
Logica Fisica. Modulo precedente |
Quarta lezione | Semplificazione di reti logiche | Le reti come insieme di classi di equivalenza. Il significato della semplificazione di una qualsiasi espressione | Usare
il calcolo proposizionale. Costruire una rete a partire dal risultato atteso |
Lezione frontale Laboratorio Dibattito | Fisica. Semplificazione di espressioni |
Quinta lezione | Le unità ingresso e uscita | Comprendere
alcune delle modalità con le quali i dati in ingresso e/o uscita
vengono elaborati dalle interfacce |
Scegliere
i collegamenti necessari alla codifica di una data cifra |
Lavoro
di gruppo Laboratorio |
Numerazione binaria e codici BCD e ASCII |
Sesta lezione | Semisommatore e sommatore | Essere
consapevoli che anche i calcoli vengono realizzati mediante una rete logica |
Saper
seguire il percorso delle variabili in una rete complessa |
Lavoro
di gruppo |
Operazioni
binarie |
Per ogni singola lezione si possono trovare esempi di esercizi, schede esplicative per gli alunni, complementi per gli insegnanti.
Gli oggetti usati nel corso delle lezioni sono invece presentati e illustrati nellappendice.
Per illustrare il funzionamento delle reti logiche e la dinamica della relativa evoluzione è disponibile lapplicazione interattiva LogicNets, accessibile attraverso le pagine ipertestuali di questa unità. Un simile strumento permette, in particolare, di capire come le porte logiche possano essere impiegate per realizzare dispositivi come i flip-flop.
Conversazione
clinica
Si chiederà agli alunni di pensare a quelle macchine elettriche con le quali interagiscono nella vita di tutti i giorni e delle quali hanno già esaminato, nel precedente modulo, il linguaggio e il canale di comunicazione. Si osserverà che noi ne parliamo come di un essere umano e quasi ci aspettiamo che si comportino come tali.
Durante la discussione si cercherà di puntare sullanalisi del comportamento di alcune di esse per arrivare a distinguete fra una parte esterna che serve per introdurre i dati o per rispondere alle richieste (interfaccia) e una parte interna nella quale, in modo alquanto misterioso, la macchina prende decisioni e sceglie comportamenti (parte algoritmica).
Lezione
frontale
È il momento di presentare la struttura generale di una macchina elettrica.
Nel desiderio di instaurare
un rapporto amichevole con le macchine si è cercato di progettarle
in modo che, come se fosse una persona, la macchina:
Acquisisca il dato
Decida cosa fare
Risponda con un lavoro
Quindi se ne può schematizzare il comportamento come segue:
Si
possono proporre alcuni esempi come il termostato per il riscaldamento invernale,
il cancello elettrico azionato dal telecomando, il giradischi, il lettore di
CD, il distributore di bevande
che serviranno ad evidenziare lestrema
varietà riguardo al tipo di dati in ingresso e di lavoro
prodotto in uscita. In alcuni casi inoltre il lavoro in uscita può consistere
nel reinserimento nella macchina del risultato dellelaborazione dei dati.
Ma attraverso cosa la macchina sente o agisce?
Per meglio esemplificare la sua struttura può risultare utile la seguente analogia.
Possiamo schematizzare il suo comportamento come segue:
Se analizziamo più da vicino la macchina uomo-sci potremo perfezionare lo schema:
Generalizzando potremo osservare lanalogia con una macchina elettrica:
Nella quale input come temperatura, pressione di un tasto, fumo, raggi infrarossi, ... vengono tradotti in segnali elettrici e viceversa da segnali elettrici si ottengono output luminosi, sonori, ...
Esercizi proposti:
nel racconto della prima
lezione del primo modulo riesamina le macchine coinvolte negli atti comunicativi,
cerca di individuarne le interfacce e descrivi il loro comportamento.
Note per linsegnante
Se nel contempo si è fatto uno studio sulla classificazione dei problemi, si può parlare del centro decisionale analizzando il comportamento di alcuni piccoli automi come, per esempio, un distributore di bevande e ritrovare il grafo degli stati.
Visto che si suggerisce di attuare la presente unità usando unora settimanale si ritiene che a questo punto (ottava settimana) linsegnante abbia già affrontato la logica o per lo meno i connettivi et, not, vel e le relative regole di calcolo proposizionale.
Si suggerisce di effettuare questa lezione nel laboratorio di fisica o per lo meno di portare in classe il materiale elettrico necessario in quanto esso costituisce uno dei mediatori attivi più accattivanti e motivanti lo studio.
Conversazione
clinica
Nella lezione precedente abbiamo parlato di elettricità: quali idee si sono fatti in proposito gli allievi? In mancanza di un corso parallelo di fisica nel quale si potrebbero anticipare alcuni concetti elementari sullenergia elettrica, si potranno sondare le loro conoscenze anche a livello ingenuo invitandoli ad immaginare e/o disegnare un circuito elettrico con un interruttore e una lampadina
Intervista guidata
Concentriamo ora lattenzione su macchine che presentino una interfaccia costituita da più interruttori (o sensori). Perché si comportano in modo diverso le une dalle altre?
Si potranno inizialmente presentare due circuiti, con interruttori rispettivamente in serie e in parallelo, dei quali per il momento si vedano solo due interruttori e una lampadina che si accende o si spegne. Dopo aver fatto alcune prove con luno e con laltro si accetteranno congetture sulla composizione interna del congegno.
Questa situazione a scatola chiusa fa sì che, per quanto i circuiti in questione siano elementari, anche gli alunni che li hanno già incontrati alle medie abbiano difficoltà a riconoscerli, ma, alla fine, essere riusciti a scoprire il tracciato interno li incoraggerà, nelle lezioni seguenti, a cercare di scoprire cosa contengono altre scatole nere molto più misteriose. Dopo aver aperto i contenitori ed osservato la posizione dei fili e degli interruttori, sarà facile immaginare e disegnare altri circuiti più complessi oppure interpretarne alcuni già disegnati descrivendoli a parole.
Questa descrizione (" la lampadina si accende quando chiudo A ma non B oppure ") offre la possibilità di riflettere sulla parte strettamente linguistica e sui i connettivi che spontaneamente vengono usati.
Ne emerge lanalogia fra lo stato degli interruttori e il valore di verità delle proposizioni, fra le posizioni degli interruttori e gli operatori logici.
Esercizi proposti
circuiti elettrici
Note per
linsegnante
I soliti
disegni di circuiti in parallelo o in serie fanno pensare se gli interruttori
..., allora la lampadina si accende e quindi ad una implicazione o,
come minimo, ad una relazione causa-effetto. Ne deriva una misconoscenza
dellisomorfismo tra i circuiti e le espressioni di logica. Forse sarebbe
meglio utilizzare come primo esempio lacqua, che scorre o non scorre,
o per lo meno non scegliere due fenomeni diversi diversi in quanto è
sul valore di verità associata al fenomeno che si manifesta il problema.
Attraverso
losservazione dei circuiti sarà più facile arrivare
a disegnare il circuito che corrisponda ad alcune consegne contenenti come
connettivi un et o un vel. Più difficile è disegnare
lo schema di un dispositivo che preveda un non; infatti per il corrispondente
circuito è necessario ricorrere ad una elettrocalamita che non è
facile rappresentare nel disegno e per gli alunni la presenza nello stesso
disegno di un interruttore e del suo negato viene vissuta prevalentemente
come un atto di fede su quanto dichiara linsegnante.
Anche per questo motivo si suggerisce di passare velocemente alla presentazione
delle reti logiche (prossima lezione) in quanto, dal punto di vista grafico,
non presentano questa difficoltà.
Vengono ora abbandonati
i circuiti elettrici e preferite le porte logiche.
La scelta è
dovuta essenzialmente a quattro motivi:
Lezione
frontale
Dopo
aver presentato le porte logiche e sottolineato lanalogia fra circuiti
elettrici e connettivi logici, si deve richiamare il discorso fatto nella prima
lezione del modulo.
Nella
illusione di un contatto umano dimentichiamo che la comunicazione
ad una macchina, come già osservato nel primo modulo (terza lezione)
si riduce quasi sempre alla chiusura di un circuito o ad una variazione di tensione
e limpressione che un dispositivo voglia o non voglia obbedire a delle
direttive è dovuta alla struttura della rete logica che costituisce la
parte decisionale, il cuore della macchina stessa.
Esaminiamo
quindi questa parte decisionale.
Nel
progettare questa parte si deve tenere conto del lavoro che si vuole ottenere
ma anche delle variabili (dati) in base alle quali si determina il comportamento
della macchina.
Supponiamo
per esempio di voler programmare il sistema di irrigazione del nostro giardino
in modo che la pompa dello spruzzo di irrigazione si metta in moto se la temperatura
supera i 30 gradi, oppure se sono passate le ore 20 e viene premuto il tasto
di avvio.
In questo caso il lavoro richiesto è lirrigazione e si può ottenere mediante linvio di un apposito impulso elettrico al dispositivo di accensione della pompa.
Le variabili coinvolte (dati in ingresso) sono la temperatura, lora e la posizione del tasto di avvio ed il loro valore viene rilevato da apposite interfacce.
Posto
I = irrigare | T = la temperatura supera i 30 gradi |
O= sono passate le ore 20 | P = il tasto è stato premuto |
l programma di lavoro che abbiamo richiesto può essere tradotto nella seguente espressione
Che corrisponde alla seguente rete logica:
Dove T, O, P saranno i collegamenti rispettivamente a un sensore di temperatura, a un orologio e allinterruttore, mentre I rappresenta il collegamento a un dispositivo di accensione della pompa.
Si può quindi concludere che, realizzando tale rete, si ottiene una macchina che esaudisce le nostre richieste ed effettivamente, esaminando la corrispondente tabella
T
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O
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P
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I
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0
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0
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0
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0
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1
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possiamo verificare
che la macchina irrigatrice entrerà in funzione solo nelle circostanze
prescritte.
La parte decisionale risulta quindi essere una rete logica costruita dal progettista in modo da soddisfare tutte le esigenze che un ipotetico cliente potrebbe esprimere attraverso proposizioni e connettivi logici.
Es.: voglio
che il cancello di ingresso si apra se ho disattivato lallarme e uso il
telecomando o la scheda magnetica.
Il lavoro richiesto è lapertura del cancello. Il comportamento della macchina (il suo programma di lavoro) viene condizionato attraverso: disattivazione dellallarme (A) AND (uso del telecomando (T) OR della scheda magnetica (M)).
Costruita la rete logica corrispondente, ci accorgiamo che la macchina e la sua presunta umanità è tutta lì: i tre sensori in ingresso, il filo in uscita, (che manda limpulso per lapertura ad unaltra macchina) e, nel mezzo, la rete, che è in effetti la vera macchina.
E il colloquio che noi pensiamo di avere con essa (apriti cancello!) lo ha avuto in effetti il committente con il progettista che lo ha poi tradotto nella rete.
Dopo aver progettato le reti logiche sulla carta, per poterne verificare la correttezza è disponibile un programma che consente di realizzarle e di simulare la propagazione dei segnali al loro interno. La possibilità di vedere "alla moviola" come si propagano i segnali permetterà, in particolare, di diventare consapevoli del ruolo dei tempi di propagazione in reti complesse come gli addizionatori e di capire il funzionamento delle unità di memoria (flip-flop), argomenti che saranno affrontati alla fine di questo modulo e nel prossimo.
Esercizi proposti
problemi da risolvere attraverso reti logiche.
Note per
linsegnante
Informazioni dettagliate sulle reti logiche si possono leggere su numerosi siti, per es.
Le
operazioni et e vel vengono fisicamente realizzate da due tipi di circuiti
elettronici, detti porta AND e porta OR. Come già osservato allinizio
di questo modulo, anche se sarebbe interessante approfondire il discorso
del passaggio dagli interruttori ai relè ai transistor ed infine
alle porte, non è questa la sede per un approfondimento di come esse
siano costruite: verranno trattate come scatole nere definendo
semplicemente porta logica un circuito elettronico che opera con uno o più
segnali di input per produrre un segnale di output e le cui tabelle sono
isomorfe a quelle delle operazioni logiche elementari. Un discorso analogo
si fa per il NOT.
Per
questa lezione sono state preparate alcune porte AND, OR e NOT (secondo
le istruzioni allegate) per far realizzare fisicamente le reti degli esempi
proposti in modo che gli allievi possano vedere che effettivamente la macchina
da loro progettata reagisce come previsto.
Va
osservato che comunque il tipo di macchina di cui si sta parlando è
ancora cablata e che per ottenere un comportamento diverso si deve cambiare
di volta in volta la rete logica (che è quanto si doveva fare con
i primi computer che richiedevano giorni di lavoro per spostare e reinserire
cavi).
Per poter seguire le illustrazioni del modulo seguente, oltre ai due operatori binari richiamati sopra e loperatore unario NOT che corrisponde alla negazione, si deve introdurre anche la porta che risulta dalla fusione di un AND con un NOT detta NAND.
Lezione
frontale
Nella precedente lezione sono stati esaminati esempi e proposti per casa esercizi elementari dove la richiesta si poteva facilmente tradurre in una proposizione logica abbastanza semplice e facilmente riconducibile ad una rete logica di immediata stesura. Quando il problema si fa complesso coinvolgendo numerose variabili tutto ciò risulta alquanto laborioso e perciò, invece di cercare di tradurre il discorso in espressione logica, si preferisce partire dalla tabella dei risultati previsti costruendo reti logiche con tabella assegnata.
Anche in questo caso lespressione e la relativa rete possono presentarsi alquanto complesse. È in questa occasione che il calcolo proposizionale ha nella semplificazione di reti logiche una delle sue applicazioni più interessanti.
Può essere
infatti loccasione giusta per far notare il vero scopo di tanti calcoli,
scomposizioni e semplificazioni delle espressioni algebriche che spesso vengono
vissute dagli allievi come un puro gioco di precisione senza alcun apporto pratico.
Come ci sono infinite espressioni numeriche che portano allo stesso risultato
e che quindi si possono dire tra loro equivalenti, così circuiti che
portano ad una stessa combinazione in uscita formano classi di equivalenza entro
le quali conviene scegliere il circuito più semplice.
Esercizi proposti
semplificazione di reti
Nota per linsegnante
A proposito di reti equivalenti si può far dimostrare che ogni connettivo si può tradurre in una opportuna composizione di NAND che, quanto a costo di produzione, risulta essere il circuito più economico e quindi il più usato (lo ritroveremo nel terzo modulo).
Intervista
guidata
Si è trovato come costruire una macchina che si comporti secondo i nostri desideri usando alcuni interruttori per comunicare con esse. Ogni richiesta corrisponde ad una combinazione diversa e quindi ad una risposta (un lavoro) diversa. Ma se il lavoro che desidero ottenere da una macchina non è determinato semplicemente dallaccensione e dallo spegnimento di un unico dispositivo, ma dallattivazione e disattivazione di una serie di componenti, come avviene quando si vuole codificare? si presentano due problemi: uno è come introdurli, laltro è dove custodirli.
Tralasciamo per il momento il secondo e osserviamo lunità di input di una calcolatrice.
I dati che vi si inseriscono sono di due tipi: numerici o funzionali.
(Noi tendiamo a considerare dati esclusivamente quelli numerici ma, dal punto di vista dello strumento, anche il segno di operazione è un dato.)
Questi dati vengono introdotti attraverso la pressione dei tasti, uno per ogni cifra o operatore.
In
effetti un tasto non è altro che un interruttore che chiude un circuito: quando la calcolatrice è accesa, e quindi tutti i suoi componenti sono
sotto tensione, la pressione del tasto crea una variazione della tensione stessa
inviando il segnale corrispondente lungo un filo.
Per
ogni tasto vi è quindi un solo filo che porta il dato: un solo bit. Come
si può trasmettere un segno di operazione o addirittura un numero composto
da più cifre?
Per quanto riguarda il numero, osserviamo esso viene inviato non in blocco ma cifra per cifra e questa potrebbe sembrare già una semplificazione.
Per un osservatore
esterno però il nocciolo del problema rimane irrisolto in quanto ci si
chiede come la tensione su un unico filo possa differenziare 10 situazioni diverse
(le 10 cifre): forse con 10 livelli di tensione diverse?
È una alternativa che appare abbastanza improponibile.
Dalla discussione che segue si dovrebbe far notare che il fatto che la calcolatrice accetti una cifra per volta fa pensare ad una codifica di tipo BCD.
Ma una codifica di quel genere prevede luso di 4 bit (24 > 10) e quindi di quattro tensioni o di quattro fili: allora sotto il tasto cè un filo? ce ne sono quattro? ce ne sono di più?
Si porta gli allievi a concludere che serve una interfaccia, nel nostro caso un codificatore, che trasformi la variazione di tensione su un filo in una combinazione di tensioni su quattro fili.
Lezione
frontale
Questa componente elettronica, senza entrare nei dettagli, si può immaginare come una scatola nera con dei fili provenienti dalla tastiera in entrata e, per ora, con 4 fili in uscita.
Quando la calcolatrice è accesa e quindi tutti i suoi componenti sono sotto tensione, la pressione del tasto crea una variazione della tensione stessa come indicato nella figura (il tasto non è premuto => uscita 1; il tasto è premuto => uscita 0) e invia il segnale corrispondente lungo il filo che lo collega al codificatore.
Guardando più in dettaglio possiamo vedere che tale codificatore può essere composto da una rete logica di cui la parte principale è schematizzata nella seguente figura dove, come succede nella realtà, sono state usate porte a più ingressi (che negli esercizi delle lezioni precedenti erano state escluse per motivi didattici) e di tipo NAND in quanto, come detto sopra, sono le più convenienti dal punto di vista della produzione.
Inizialmente
tutti gli interruttori sono posizionati a 1 e ciò produce uno 0 in tutte
le uscite.
La pressione di un tasto porta a 0 la tensione sul filo sottostante mentre gli altri fili che pervengono alle porte NAND ad esso collegate, non essendo premuto il tasto corrispondente, hanno ancora tensione1. La tensione alluscita da tali porte vale perciò 1.
Per maggiore
chiarezza nella figura è stato evidenziato solo il filo del tasto 6 che
è posto a 0 e sottintesi quelli che dagli altri tasti (4,
5, 7) portano tensione 1.
Va notato che quando non è premuto alcun tasto, questa parte del codificatore dà come uscita 0000
Per questo motivo non cè un collegamento delle porte con il tasto 0 ma da esso esce comunque un filo che va a confluire in una ulteriore rete che serve a far distinguere alla macchina se è stato premuto un tasto numerico o uno funzionale e a far visualizzare il simbolo dello zero quando esso fa parte della rappresentazione del numero che si sta componendo.
Il codificatore (coder) è anche incluso tra i progetti già predisposti per essere utilizzati con il programma di simulazione delle reti logiche e può essere selezionato direttamente dal menù.
Si può notare in particolare che in questo modo vengono utilizzate solo 10 tra le 16 combinazioni di 0 e 1 che si possono ottenere con 4 bit.
In effetti tali possibilità in eccesso (1010, 1011, 1100, ...) potrebbero venire associate dal progettista a segni di operazione o ad altro e come tali venire riconosciute dal codificatore attraverso una ulteriore rete logica.
Anche la tastiera di un qualsiasi computer presenta un funzionamento analogo. La differenza principale sta nel fatto che attraverso tale tastiera noi vogliamo comunicare anche lettere dellalfabeto, simboli, ecc., per cui non sarà possibile usare solo 4 bit ma ne serviranno almeno 7 e una nuova codifica, concordata a livello internazionale, per esempio il codice ASCII.
Esercizi proposti
le reti logiche della lezione precedente
Note per
linsegnante
È
importante far osservare agli allievi come la codifica interna del simbolo
corrispondente al tasto premuto, dal punto di vista della calcolatrice,
non sia altro che un dato. Si pensa sempre a un dato numerico quando si
parla di memorizzare ed elaborare ma è di fondamentale importanza
sottolineare che è un dato anche il segno di operazione. Loperazione
verrà poi realizzata da una routine, ma la routine associata alloperatore
non viene attivata dal tasto premuto: la rappresentazione del segno di operazione
viene anchessa memorizzata come dato per essere poi interpretata più
tardi.
Per
le classi sperimentali non si deve dimenticare di evidenziare che anche
i programmi che vengono sottoposti al computer vengono visti dal compilatore
come dati in ingresso.
Tempo
permettendo, sarebbe forse questo il momento giusto per riprendere e sottolineare
la differenza fra dato e informazione.
Dopo aver esaminato il progetto di un codificatore a quattro uscite (codifica BCD) si potrà facilmente prevedere il tipo di hardware quando si debbano codificare anche lettere e caratteri vari (richiamo del codice ASCII) e si potrà accennare a come con un metodo analogo, anche se più complesso, si potrebbe costruire un decodificatore.
Questa lezione assieme alla precedente serve da preparazione al terzo modulo. Manca, allinterno di tutto il discorso, una componente essenziale: dove si conserva linformazione? Per il momento si parlerà genericamente di un deposito o zona di memoria.
Lavoro
di gruppo
Dopo aver introdotto i numeri, li posso elaborare? Quali operazioni potrò fare?
Utilizzando quanto appreso nella terza e quarta lezione gli allievi dovrebbero essere in grado di progettare almeno un semisommatore e, con laiuto dellinsegnante, un sommatore.
Esaminiamo la tabella del semisommatore
Si ottiene per S: |
e per R: |
da
cui, a seconda delle semplificazioni, si ottengono le seguenti reti logiche:
Oppure
oppure
poi il sommatore per un bit:
e quindi n sommatori in cascata per sommare numeri con n bit:
Il semisommatore (halfadder),
il sommatore (bitadder) e l'addizionatore a quattro bit (adder_4) sono inclusi
tra i progetti già predisposti per essere utilizzati con il programma
di simulazione delle reti logiche e possono essere selezionati direttamente
dal menù.
Note
per linsegnante
Agli
allievi dà molta soddisfazione arrivare da soli ad uno dei semisommatori.
È invece inutile perdere tempo nella progettazione del sommatore
in quanto lo scopo della presente lezione e del modulo in generale è
di far vedere che, con opportuni calcoli, (e molta pazienza) si può
arrivare a progettare anche un automa che esegua calcoli, attività
che agli allievi appare molto più astratta e "intelligente"
che avviare motorini o accendere luci.
La
propagazione dei segnali che rappresentano i livelli logici nel sommatore
può essere illustrata attraverso lapplicazione
interattiva, accessibile attraverso le pagine ipertestuali. Questo
strumento permetterà di divenire consapevoli del ruolo dei tempi
di propagazione dei segnali elettrici (per esempio quelli relativi ai riporti
nell'addizionatore).
Sarà
utile mettere in evidenza come da una interpretazione di 0/1 come di valori
di verità F/V si passa in questa fase di progettazione alla interpretazione
dei valori 0/1 come cifre binarie. La logica diventa quindi un fatto puramente
formale. Le sue regole sintattiche vengono usate per eseguire le stesse
operazioni ma con diversi modelli interpretativi.
Quanto ai rimanenti tipi di operazione sarà loccasione per analizzare quelle aritmetiche e in special modo ripassare luso del complemento nelle sottrazioni (vedi Appendice).
Esercizi relativi al secondo modulo