E.  Verso la macchina narrante.

 

“Stabiliti questi procedimenti,affidato al computer il compito di compiere queste operazioni, avremo la macchina capace di sostituire il poeta e lo scrittore? Così come abbiamo già macchine che leggono, macchine che eseguono un’analisi linguistica dei testi letterari, macchine che traducono, macchine che riassumono, così avremo macchine capaci di ideare e comporre poesie e romanzi?”

I. CALVINO, Cibernetica e fantasmi, (1967), in Una pietra sopra,in I. C., Saggi I, Meridiani, Mondadori, 1995, p.212.

 

“Dopo quarant’anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva del mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto  e al linguaggio.[…] 

Ma se la letteratura non basta ad assicurarmi che non sto solo inseguendo dei sogni, cerco nella scienza alimento per le mie visioni in cui ogni pesantezza viene dissolta…

Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime: come i messaggi del DNA, gli impulsi dei neutroni, i quarks, i neutrini vaganti nello spazio dall’inizio dei tempi…

Poi, l’informatica. E’ vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo d’elaborare programmi sempre più complessi. La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d’acciaio, ma con i bits d’un flusso d’informazione che corre sui circuiti sotto forma d’impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso.

È legittimo estrapolare dal discorso delle scienze un’immagine del mondo che corrisponda ai miei desideri?”

I. CALVINO, Lezioni americane, Leggerezza, (1985), in I. C., Saggi I, Meridiani, Mondadori, 1995, p.631, 635-6.

 

“Il Gran Kan contempla un impero ricoperto di città che pesano sulla terra e sugli uomini, stipato di ricchezze e d’ingorghi, stracarico d’ornamenti e d’incombenze, complicato di meccanismi e di gerarchie, gonfio, teso, greve.

- È il suo stesso peso che sta schiacciando l’impero -, pensa Kublai, e nei suoi sogni ora appaiono città leggere come aquiloni, città traforate come pizzi, città trasparenti come zanzariere, città nervatura di foglia, città linea della mano, città filigrana da vedere attraverso il loro opaco e fittizio spessore.

- Ti racconterò cosa ho sognato stanotte, - dice a Marco. ­ In mezzo a una terra piatta e gialla, cosparsa di meteoriti e massi erratici, vedevo di lontano elevarsi le guglie d’una città dai pinnacoli sottili, fatti in modo che la Luna nel suo viaggio possa posarsi ora sull’uno ora sull’altro, o dondolare appesa ai cavi delle gru.

E Polo: - La città che hai sognato è Lalage. Questi inviti alla sosta nel cielo notturno i suoi abitanti disposero perché la Luna conceda a ogni cosa nella città di crescere e ricrescere senza fine.

- C’è qualcosa che tu non sai, - aggiunse il Kan. ­ Riconoscente la Luna ha dato alla città di Lalage un privilegio più raro: crescere in leggerezza.”

I. CALVINO, Le città invisibili, Cornice V-A.

 

 

“DOMANDA.  Non ha ancora spiegato una cosa del titolo: perché chiama ‘invisibili’ queste città?

RISPOSTA.  Perché dietro la città che si vede ce n’è una che non si vede ed è quella che conta. Gran parte delle città del libro sono costruite così…

DOMANDA.  E la città futura, la città dell’utopia?

RISPOSTA.  Ebbene, direi che sulla rotta di questo viaggio la città dell’utopia non appare. Le immagini più felici di città che vengono fuori sono rarefatte, filiformi…

Insomma, c’è una zona del mio libro che tende verso un ideale di leggerezza; di più non saprei dire.”

Nel regno di Calvinia, Sfogliando l’Atlante, colloquio con l’autore, in “L’Espresso” n.45, XVIII, 5 nov. 1972, p.11.

 

“Come lettore tra gli altri, posso dire che nel capitolo quinto, che sviluppa nel cuore del libro un tema di leggerezza stranamente associato al tema città, ci sono alcuni dei pezzi che considero migliori come evidenza visionaria, e forse queste figure più filiformi (“città sottili” o altre) sono la zona più luminosa del libro. Non saprei dire di più”.

I. CALVINO, Presentazione, in Le città invisibili, Mondadori, Oscar, 1993, p.XI.

 

“Con Le città invisibili Italo Calvino ha scritto il suo libro più appartato, ma forse anche il più meditato e sfaccettato. Un libro che propone più domande che risposte, che procede discutendo se stesso e interrogandosi, che si lascia percorrere in direzioni divergenti e su strati sovrapposti, che si costruisce in una forma elaborata e compiuta ma che ogni lettore può scomporre e ricomporre  seguendo il filo delle sue ragioni e dei suoi umori.”

Risvolto di copertina Ed. Einaudi 1972, che si ritiene di mano di Italo Calvino.

 

“Il mio libro in cui credo di aver detto più cose resta Le città invisibili, perché ho potuto concentrare su un unico simbolo tutte le mie riflessioni, le mie esperienze, le mie congetture; e perché ho costruito una struttura sfaccettata in cui ogni breve testo sta vicino agli altri in una successione che non implica una consequenzialità o una gerarchia ma una rete entro la quale si possono tracciare molteplici percorsi e ricavare conclusioni plurime e ramificate”.

I. CALVINO, Lezioni americane, Esattezza,(1985), in I. C., Saggi I, Meridiani, Mondadori, 1995, p.689-90.

 

Introdotto da queste citazioni, il contenuto di questa Unità Didattica è già sufficientemente chiaro.

In essa ci si propone prima di tutto di evidenziare l’atteggiamento di Calvino nei confronti degli strumenti informatici, che negli anni Settanta non erano certamente diffusi come oggi né così potenti e versatili, ma di cui tuttavia il nostro autore aveva già intuito le potenzialità e gli impatti sul mondo dell’arte e della letteratura. Di fronte alla prospettiva, più o meno ravvicinata, che gli elaboratori elettronici potessero essere usati per costruire testi letterari, sostituendo così gli “scrittori” tradizionali, Calvino non si profondeva in “lamentazioni lacrimose punteggiate da gridi di esecrazione”, ma accettava l’ipotesi  “con animo sereno e senza rimpianti”, ponendosi piuttosto il problema di dove potesse stare l’originalità e la poeticità in elaborati del genere. È questo un problema di cui appunto ai nostri giorni si discute.

Ma Calvino si pone di fronte al computer anche come un ricercatore, un programmatore in camice bianco” che chiede alla macchina di razionalizzare una realtà sempre più labirintica e di elaborargli modelli descrittivi ed interpretativi di essa, capaci di dominare la complessità del mondo materiale ed umano e di indicare all’uomo del nostro tempo una rotta.

In secondo luogo l’Unità Didattica intende stabilire un collegamento fra Le città invisibili e l’Informatica all’insegna dell’ideale della leggerezza. Per Calvino l’Informatica è simbolo per eccellenza di “leggerezza” e un “ideale di leggerezza” sostanzia il testo di Calvino in tutti i suoi livelli (linguaggio, immagini, ragionamenti e astrazioni).

Ma c’è un terzo aspetto che qui viene toccato:quello degli ipertesti narrativi, modulari e fruibili secondo percorsi plurimi, che, scritti, diffusi e fruiti elettronicamente, rappresentano la più significativa novità della produzione letteraria dei giorni nostri.

Ebbene, Le città invisibili possono essere intese anche come un’anticipazione, per molti versi, di questa letteratura digitale.

 

OBIETTIVI

Conoscenze:   

q       Saggi di Calvino sull’utilizzo del computer per la composizione e l’analisi di testi letterari.

q       Teorie degli ipertesti.

q       Letteratura digitale contemporanea e dibattito teorico sulla stessa.

q       Caratteristiche ipertestuali di Le città invisibili.

q       Fondamenti epistemologici dell’Informatica e teorie della letteratura.

Competenze:   

q       Comprensione e analisi di testi saggistici e letterari.

q       Elaborazione di sintesi scritte.

q       Uso di Internet per ricerche mirate.

q       Redazione di una recensione.

q       Partecipazione ad un dibattito.

Capacità:      

q       sviluppo delle capacità di analisi, sintesi, confronto, collegamento pluridisciplinare.


L’Unità Didattica è strutturata in tre lezioni della durata di un’ora e un’ultima lezione-dibattito di due ore.

 

Lezione I (1h): “Cibernetica e fantasmi”: un saggio critico fondamentale.

Þ     Lettura e commento in classe di passi significativi del saggio di Calvino (da Una pietra sopra) Cibernetica e fantasmi.Appunti sulla narrativa come processo combinatorio (1967; All. 1E).

Þ     Lettura e commento in classe del saggio (da Una pietra sopra) La macchina spasmodica (1969; All. 2E).

 

Metodologia:

L’insegnante fornisce in fotocopia alla classe i testi contenenti i passi più significativi dei due saggi. Alla fine propone agli studenti di contribuire,tramite dibattito, alla redazione alla lavagna di una sintesi delle problematiche emerse. Gli studenti trascrivono la sintesi sul loro Dossier.

 

Lezione II (1h):  Il fascino del computer.

Þ     Macchine leggenti e macchine scriventi in Calvino (All. 3E - 4E - 5E).

Þ     Calvino “programmatore in camice bianco al terminale d’un circuito elettronico” (All. 6E - 7E).

                        

Metodologia:

L’insegnante legge, commenta e sintetizza i contenuti degli Allegati. Sottopone a  discussione le sue interpretazioni. Gli studenti prendono appunti.

 

Lezione III (1h): Calvino e la letteratura digitale.

Þ     Teoria dell’ipertesto. (Sintesi in lezione frontale di G. P. LANDOW, L’ipertesto. Tecnologie digitali e critica letteraria, a c. di Paolo FERRI, Bruno Mondadori, 1998, cap. I; consultazione di siti Internet su teoria e pratica degli ipertesti narrativi, ad es. www.duke.edu/mshumate/hyperfic.html; www.eastgate.com; http://raven.ubalt.edu; www.pengo.it/machina; http://dadamag.agonet.it).                                                                                                                                                

Þ     Gli iper-romanzi di Calvino. (Lettura di I. CALVINO, Lezioni americane, Molteplicità, in Saggi, I, Meridiani, Mondadori, p.730)

Þ     Le città invisibili come ipertesto. (Si invitano gli studenti ad indicare caratteri ipertestuali dell’opera di Calvino).

Þ     La letteratura digitale. (Sintesi in lezione frontale del capitolo, “La letteratura digitale” di  F. CIOTTI - G. RONCAGLIA, Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media, Laterza, 2001, p.364-73 e di U. ECO, Sulla letteratura, Bompiani, 2002, p.18-22)

Þ     Computer e creatività. (Sintesi in lezione frontale dell’articolo di M. A. BODEN, “Uso del computer e creatività” in W. BYNUM - H. MOOR (a c. di), La fenice digitale. Come i computer stanno cambiando la filosofia, Apogeo, 2000, p.341-52).

 

Metodologia:

La lezione si svolge in Aula Multimediale. L’insegnante espone le teorie di alcuni importanti studiosi di ipertesti anche avvalendosi della consultazione di siti Internet. Nel contesto di un dibattito invita gli studenti ad individuare ne Le città invisibili caratteristiche proprie degli ipertesti.

 

Attività per gli studenti e sviluppi operativi:

§         costruire  un ipertesto, individuando dei percorsi ipertestuali all’interno dell’opera analizzata.

 

Lezione IV (2h): Conclusioni sul tema:

“Possono letteratura e informatica - ciascuna con i suoi specifici strumenti - fornire modelli complementari di conoscenza e di comprensione della realtà?”

                                                                 

 

Metodologia:

Dibattito in compresenza degli insegnanti di Lettere, Matematica e Informatica, Filosofia, Storia dell’Arte.

Sarebbe auspicabile anche la presenza di un docente universitario di Informatica, il quale ,sollecitando gli studenti con precise domande, faccia emergere un concetto culturale ‘alto’ dell’Informatica come scienza.

 

 

Verifica sommativa:

 

  1. Redazione, da parte di ogni studente, di una RECENSIONE su “Le città invisibili”.

 

  1. Somministrazione di un TEST pluridisciplinare secondo le tipologie previste per la III prova scritta del Nuovo Esame di Stato, che fornisca agli insegnanti elementi conclusivi di valutazione  in tutte le discipline coinvolte nello sviluppo del Modulo.